Lo spirito OFF ROAD dei giorni nostri deriva da quella innata voglia di allestire veicoli con taglio professionale che risale, per i mezzi fuoristrada, nel lontano 1969. La prima vettura a trazione integrale trasformata con dotazioni di primo soccorso, impiantistica ossigeno e sistema di ventilazione polmonare, abbinata ad una locazione per barella portantina richiudibile, risale a fine anni sessanta e fu costruita su commissione del Soccorso Alpino nazionale.
ALCUNI CENNI STORICI SUL MODELLO TRASFORMATO
Si trattava di una Fiat AR59, denominata ufficialmente 1101B.200, dotata di un inedito impianto elettrico immergibile provvisto di filtri antidisturbo, spinterogeno, dinamo, e regolatore di carica stagno; successivamente questi fuoristrada voluti dal Ministero dei Trasporti per esclusivo uso militare verranno dotate anche di uno speciale set di fanaleria stagno prodotto dalla Carello, con cui verranno aggiornate anche le versioni precedenti ancora in servizio. Come la precedente AR51B manteneva l'impianto elettrico a 24 Volt con due batterie in serie sotto il sedile passeggero.
Nel 1961 entrò in produzione un modello realizzato specificamente per il Corpo delle Guardie di P.S. denominato AR55PS, un ibrido tra una Campagnola civile e una AR59 militare. L'allestimento di serie comprendeva alcune soluzioni particolari, quali le gomme speciali “Sicurezza” a spalla rigida, cerchioni antistallonamento che permettevano di poter viaggiare anche con le gomme forate e sirena a soffio tipo “Marelli” o La sonora.
Le AR55PS furono protagoniste nei difficili anni delle contestazioni politiche che insanguinarono le città italiane sul finire degli anni '60 con i Reparti Celeri, in Sardegna, per contrastare il fenomeno del banditismo ad opera dei celebri Baschi Blu, ma furono presenti anche durante le operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dall'alluvione di Firenze nel '66, nella catastrofe della diga del Vajont, nell'Irpinia dopo i devastanti terremoti.
Nel 1969 si ebbe l'ultima evoluzione della Campagnola, con la nuova Diesel C (1102C), dotata di un inedito motore tipo 237.007 derivato da quello montato sul furgone 241TN; altre migliorie riguardavano la nuova mascherina fari senza foro per la manovella. Tali modifiche furono applicate contestualmente anche alla versione militare ed alla Campagnola benzina; fu inoltre adottato un efficiente alternatore sempre a 24V al posto della dinamo.
La catena di montaggio chiuderà definitivamente nell'agosto del 1973, dopo oltre 22 anni di produzione ininterrotta e un totale di oltre 33.000 vetture prodotte a benzina (civile e militare) e circa 8.500 diesel.
Durante la sua lunga vita è stata adattata e costruita in numerose versioni specializzate, soprattutto per servizi civili e militari (spazzaneve, con luci fotoelettriche, chiamata anche "faronata", carro attrezzi, ambulanza, Vigili del Fuoco), che in alcuni casi prevedevano la variazione dell'interasse e/o lo sbalzo posteriore. Alcuni carrozzieri dell'epoca (es. Savio e Boneschi) utilizzarono il telaio della Campagnola per allestire proprie versioni (tra queste la più nota è la versione hard top allungata della Savio di Torino; da segnalare anche quella realizzata per la Rai), prodotte anche in discrete quantità. Sono note anche gli allestimenti della ditta Isoli di Fontaniva (PD) in versione carro attrezzi, molto apprezzate all'epoca e tuttora utilizzate.
Questo primo e importante veicolo trasformato in mabito fuoristrada, rappresentò il primo vero allestimento per sanità degli Artigiani Riuniti Carrozzai, dimostrando concretamente il taglio universale e la natura variegata della società nella costante ricerca di spaziare il proprio business non più solo nella carrozzeria e nella telaistica pesante.