Un percorso di oltre 140 anni quello che caratterizza le due carrozzerie più antiche d’Europa da oggi unite per esprimerne rinnovata longevità; si tratta di una operazione senza eguali nella storia della carrozzeria Europea, dati i numeri in campo ed il potenziale espresso in questo preciso momento storico.
Stiamo parlando della “Olmedo Special Vehicles”, nata a Cavriago (RE) nell’Aprile 1951 dal fondatore e “fu” Presidente Olmedo Quintavalli ed oggi riconosciuta ed accreditata come la più importante realtà nazionale e tra le prime 3 in Europa per la produzione di ambulanze e veicoli trasporto disabili e la “Mussa & Graziano” di Torino fondata nel 1956 dal “fu” Cav. Apollo Mussa e Gianpiero Graziano, considerata da sempre per esclusività delle realizzazioni e volumi prodotti nell’ambito “Minibus” e “Scuolabus” la prima e tutt’ora unica realtà al mondo operante come allestitore primo impianto “OEM” (Original Equipment Manufacturer) per le case costruttrici CNH, Stellantis ed Iveco Defence.
Un cammino, quello delle due aziende, che ha caratterizzato il mondo delle trasformazioni dal dopoguerra ai giorni nostri ridettando quelli che ad oggi sono da tutti ritenuti i canoni di riferimento della carrozzeria speciale. “Mussa e Olmedo sono così diverse e così uguali: in questo paradosso si insinua il valore industriale dell’operazione” – così l’AD e Vice Presidente di Olmedo, Luca Quintavalli all’indomani della firma del contratto di affitto di ramo d’azienda e della proposta di acquisto.
L’operazione di acquisto avverrà al termine di un temporaneo contratto di affitto dell’azienda sottoscritto da una new.co (100% di proprietà Olmedo) denominata “Olmedo Veicoli Torino S.r.l.”.
Advisor dell’operazione il dott. Alberto Peroni e la dott.ssa Serena Giannuzzi di PPI & Partners DI Reggio Emilia.
Una crescita orientato al consolidamento, all’integrazione delle due piattaforme di conversione e ad una conferma occupazionale per decine di operai con alto livello professionale: questi i punti fermi definiti e sottoscritti nelle scorse ore tra le due società ed anche in sede sindacale. Un taglio innovativo caratterizzerà il rilancio dell’azienda, ma con un tocco di romanticismo; da sempre la Direzione del gruppo Olmedo ha mirato ad integrare e proteggere il patrimonio culturale e di capacità realizzativa cresciuto e contenuto nelle più antiche carrozzerie nazionali acquisite dall’azienda negli ultimi 10 anni: Sora di Udine, l’Aricar di Reggio Emilia, la Caralis di Cagliari, Pegaso di Firenze.
L’elemento focale dell’operazione che ha tracciato i presupposti del closing, risiede nella storia.
Le due società hanno definito in circa settant’anni crescite su piani paralleli e mai concorrenziali; essendosi specializzate nei decenni ognuna in propri ambiti specifici di prodotto e clientela, Mussa ed Olmedo non si sono mai “scontrate” ma, piuttosto, avvicinate. Per Olmedo il modello d’impresa del “singolo esemplare”, caratterizzato da realizzazioni customizzate ed atelier che ancor oggi distinguono l’azienda prevedendo il portafoglio di mezzi speciali ed ambulanze più articolato e completo d’Europa; per Mussa & Graziano, una struttura produttiva con capacità realizzativa “ad alta ripetibilità” in grado di garantire volumi massivi come imposto dagli standard “OEM” delle case costruttrici. Due realtà così simili per tipologia di prodotto lavorato ma così distanti per modello industriale, da oggi unite per rispondere alla richiesta globale dei mercati EMEA (Europa, Middle East, Africa).
Impossibile per Olmedo nemmeno avvicinarsi alla capacità produttiva della Mussa & Graziano che in oltre 6o anni di storia ha prodotti quasi 200 mila veicoli speciali nel mondo; di contro Mussa & Graziano non prevede un modello capace di rispondere alle singole esigenze dei piccoli mercati. Proprio nella “complementarietà industriale” sta il valore di questa operazione. “Entro fine mese presenteremo numeri e step operativi del piano – continua Quintavalli - caratterizzati da interventi volti a far uscire Mussa & Graziano dalla crisi economica e finanziaria di quest’ultimo periodo di pandemia, garantendo la continuità aziendale a casa costruttrici, clienti, dipendenti, fornitori e tutti gli stakeholders. Si procederà anche ad un restiling dell’azienda ed all’adeguamento delle linee produttive per accogliere entro fine anno una nuovissima linea dedicata alla “divisione green” del gruppo Olmedo. Torino sarà, come merita, il polo di produzione e sviluppo dei mezzi speciali su piattaforme full electric”.
Inutile rimarcare l’importanza strategica e non solo geografica del capoluogo piemontese per Olmedo, alla luce dei recenti piani industriali Stellantis ed Iveco di sviluppo dei modelli Ducato e Daily con trazione elettrica.
Ultimo punto di estrema strategicità industriale sta nella valenza “propositiva” dell’attuale prodotto Olmedo sui mercati globali. La futura acquisizione della Mussa & Graziano porta non “solo” ad un importante arricchimento di prodotti da inserire commercialmente nel portafoglio Olmedo, ma permette di introdurre sui mercati serviti dalla Mussa & Graziano la gamma ambulanze e mezzi per disabili di Olmedo: questo il valore di “globalizzazione” fin da subito a disposizione dei mercati.
“I numeri dell’operazione sono ambiziosi ma realizzabili, considerando il potenziale e le competenze in gioco; – puntualizza l’AD - si presume che il Gruppo, forte dell’ingresso di Mussa & Graziano e con l’inserimento delle “linee Green” su Torino, possa raggiungere un fatturato consolidato entro il 2027 di 100 milioni di Euro”.
Doveroso racchiudere in un commento il senso della “view” del gruppo Olmedo: l’azienda famigliare, nata a pochi passi dalla motor valley ed oggi diretta da Luca e Giuseppe Quintavalli e dal socio Giovanni Tarabelloni, ha da sempre ritenuto la carrozzeria speciale Italiana come un valore nazionale da tutelare, attuando dal 2010 un piano di integrazione volto a non disperdere il patrimonio delle più importanti realtà nazionali; il concetto “l’unione fa la forza” ha prevalso rispetto ai più classici consolidamenti attuabili con più semplicità di crescita su basi puramente speculative.
Conclude Quintavalli: “Non esisterebbe il concetto del “bello” nel mondo dell’automotive se non fosse per la carrozzeria italiana: ritengo questa una ragione sufficiente per lottare al fine di non disperdere il valore della nostra storia nel mondo”.